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L'OSSERVAZIONE POTREBBE CONTRIBUIRE A CHIARIRE ALCUNI ASPETTI OSCURI DELLA MATERIA COSMICA

Scoperte nubi di gas che lanciano raggi X

Così l’universo è meno oscuro

Le ha «scovate» un telescopio europeo a 2300 milioni di anni luce di distanza

 
     
 

In cielo dovrebbero esserci molte più cose di quelle che riusciamo a vedere. E la loro presenza è necessaria per reggere le teorie che spiegano l’universo. Ma la caccia alle effimere presenze è ardua e solo di rado viene premiata. Così, però, è successo scrutando un paio di grappoli di galassie, Abell 222 e Abell 223, distanti dalla Terra 2300 milioni di anni luce, con uno dei più grandi telescopi spaziali europei spediti intorno alla Terra e battezzato XMM-Newton dall’ESA che l’ha costruito e lanciato. Newton scruta il cielo raccogliendo raggi X e indagando le due isole stellari ha scoperto che la coppia è unita da un ponte gassoso così tenue da non essere mai stato visto prima d’ora. E guardandolo con mezzi tradizionali anche oggi sarebbe stato lo stesso. Ma i gas caldi come quelli che collegano le due galassie emettono anche raggi X e quindi con l’occhio di Newton se ne è colta l’esistenza.

UNIVERSO DAVVERO MISTERIOSO - Tuttavia l’importanza del ritrovamento non si ferma qui. Sappiamo che l’Universo è formato dal 72 per cento da «energia oscura», dal 23 per cento da «materia oscura» (chiamate oscure perché non se ne conosce la natura) e solo il 5 per cento è rappresentato da stelle, pianeti e galassie che vediamo, cioè la normale materia di cui anche noi siamo formati. In realtà soltanto circa la metà del cinque per cento è ben determinata, l’altra metà è dedotta e dovrebbe essere formata, ad esempio da gas tenui come quelli avvistati ora da Newton e presenti, ad esempio, nel circondario galattico. Newton, insomma, ha dimostrato che esiste davvero, in che forma e poi dove dovrebbe essere.
«La scoperta è un importante passo avanti nella conoscenza dell’Universo – commenta Norbert Schartel, project scientist del programma XMM – Il gas rilevato dopo un arduo lavoro ci indica, appunto, dove cercarlo in futuro. E in questa direzione saranno orientate le ricognizioni di Newton. Già conosciamo alcune regioni del cielo giudicate più promettenti e sarà lì che guarderemo». Gli enigmi del cielo, restano ancora numerosi, ma a piccoli passi………

 

 
 

Data: 08/05/2008

Autore: G. Caprara

Fonte: Corriere della Sera

A cura di Space Freedom

 
 

 
 

Image Credit: ESA/XMM-Newton/ EPIC/ ESO (J. Dietrich)/ SRON (N. Werner)/ MPE (A. Finoguenov)

 
     
 

Interessante video esplicativo sulla notizia (in lingua tedesca)

www.spiegel.de/video/video-30164.html

Abstract dello studio

Astron. & Astrophys., 482, L29-L33, 2008

 
 

 

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