Rivelazioni di TrES-1 il pianeta extrasolare
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Gassoso, con dimensioni prossime a quelle di Giove e una temperatura intorno agli 800 gradi centigradi: così si presenta TrES-1, il pianeta extrasolare scoperto il 24 agosto scorso dal progetto TrES (Trans-Atlantic Exoplanet Survey), un consorzio di telescopi che studia stelle notevolmente brillanti alla ricerca di eventuali pianeti. Il programma coinvolge tre telescopi sincronizzati: lo STARE telescope nelle isole Canarie, il PSST al Lowell Observatory in Arizona, e lo Sleuth di Monte Palomar in California, tutti con la particolarità di possedere un diametro di soli 10 centimetri. Il tutto - sommato alla collaborazione di scienziati appartenenti all’Astrophysical Institute of the Canaries, il National Center for Atmospheric Research, Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, e il California Institute of Technology - ha permesso la scoperta di TrES-1, che orbita con un periodo di circa tre giorni terrestri attorno ad una stella nella costellazione della Lira. Nel gruppo lavora l'astrofisico italiano Alessandro Sozzetti, che svolge la sua attività a Cambridge all'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. TrES-1 - ci spiega - è stato scoperto accoppiando due metodi osservativi: con uno si osserva la variazione di luminosità della stella dovuta al passaggio del pianeta davanti al disco dell'astro (metodo fotometrico) e con l'altro la variazione della velocità dell'astro rispetto alla Terra (metodo spettroscopico). La combinazione di questi due metodi ha permesso di stimare con precisione la massa del pianeta TrES-1 (per quasi tutti quello che si conosce è solo un limite inferiore perché non è nota l'inclinazione del piano orbitale) e, cosa ancora più rilevante, di determinarne il raggio. Quest'ultimo dato è fondamentale per capire come si evolvono i pianeti gassosi: quando sono così vicini alla propria stella, essi tendono ad espandersi in modo abnorme per via dell'irraggiamento al quale vengono sottoposti, ma non si è ancora in grado di dire esattamente come. Esistono diverse teorie che predicono come evolve questo tipo di pianeti su queste orbite molto strette, ma per capire quale sia quella giusta occorrerebbe poter misurare direttamente l'evoluzione del raggio del pianeta nel tempo. Ecco allora che le osservazioni, che vengono effettuate tramite la combinazione del metodo fotometrico e quello spettroscopico, risultano particolarmente importanti perché permettono la determinazione di questo parametro assai delicato. Se poi la stella è abbastanza brillante è possibile studiare l'atmosfera del pianeta individuando ad esempio tracce di elementi particolari, oppure rivelando segni di processi di evaporazione come nel caso del pianeta HD 209458b, scoperto nel 2000, che sembra possedere una coda, simile a quella di una cometa, causata dal materiale in evaporazione dalla sua atmosfera. Queste analisi sono molto difficili per i pianeti che transitano davanti a stelle più deboli o, peggio ancora, non sono ovviamente applicabili per niente se il pianeta non transita. Rilevante è anche il fatto che la scoperta è stata effettuata da un consorzio di telescopi di piccole dimensioni: appena 10 centimetri! Parrebbe paradossale in un'epoca nella quale si tende a costruire strumentazione di dimensioni sempre maggiori e più sofisticata ma, come spiega Alessandro Sozzetti, "Questo significa che si può fare una scoperta del genere anche dal proprio giardino di casa! Tenendo poi conto che sono necessari una ventina di ricercatori per venire a capo di tutte le possibili complicazioni…». Forse si spalanca una nuova finestra per gli amanti della volta celeste? Pegas |
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Per ulteriori
informazioni si può scrivere a:
asozzetti@cfa.harvard.edu
. [TSCOPY](*) Osservatorio di Torino
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