Sarà fatto precipitare sopra l'oceano Pacifico

 

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Addio a Hubble, sacrificato per Marte

 

Fondi solo per i viaggi spaziali: condannato il telescopio che ha allargato i confini dell’universo. Shuttle: ritorna il 12 maggio

 
 

Non c’è più speranza, la scelta è stata compiuta. Il mitico telescopio spaziale Hubble sarà distrutto. La prova è arrivata lunedì scorso, quando il presidente americano George W. Bush ha illustrato il nuovo budget della Nasa. Tra le righe dei 16,45 miliardi di dollari stanziati per l’anno prossimo, si legge la cifra di 75 milioni di dollari destinata a un robot che dovrà afferrare l’osservatorio e farlo precipitare sopra l’oceano Pacifico, perché si disintegri senza provocare danni. Insomma, sembra che a nessuno interessi più il fatto che dal 1990 - l’anno in cui venne lanciato in orbita - l’occhio di Hubble abbia allargato i confini del cielo, scoperto le impronte dell’universo bambino, svelato enigmi sulla vita e la morte delle stelle, mostrato quelle «nursery planetarie» nelle quali, forse, stanno prendendo forma i gemelli della Terra.

«VEICOLO SPAZIALE MORENTE» - «Hubble è un veicolo spaziale morente», ha sentenziato Steve Isakowitz davanti alla commissione del Congresso impegnata a discutere l’approvazione del bilancio. Del resto, era stato Sean O’Keefe, amministratore della Nasa, ad annunciare, subito dopo il disastro della navetta Columbia del febbraio 2003, che non ci sarebbero stati più voli shuttle per la manutenzione del grande osservatorio. «Ragioni di sicurezza», disse. La missione prevista per sostituire giroscopi in avaria, batterie e un paio di strumenti era stata considerata «troppo rischiosa per gli astronauti». Gli astronomi, che non volevano rinunciare al più potente telescopio a loro disposizione, si erano lamentati. Le proteste costrinsero la Nasa a finanziare qualche studio per esplorare la possibilità di una missione robotica, invece che umana. Ma alla fine non se ne fece nulla: risultava troppo costosa (2 miliardi di dollari) e in ogni caso sarebbe arrivata tardi. Senza interventi Hubble è destinato a precipitare sulla Terra tra il 2006 e il 2007. Alla fine la Casa Bianca e il Congresso hanno sposato l’opinione della Nasa, decretando la condanna a morte di Hubble.

UN NUOVO TELESCOPIO - I motivi della scelta sono principalmente due. Il primo è che la Nasa sta costruendo un nuovo e più potente telescopio (si chiama Web Telescope) che sarà pronto dal 2011 e continuerà il lavoro di Hubble più in profondità. Il secondo ha a che fare con la nuova strategia dell’ente spaziale statunitense, varata proprio un anno fa dal presidente Bush, che intende riportare l’uomo sulla Luna entro il 2020 per poi compiere il grande balzo su Marte. Piani ambiziosi, di fronte ai quali è passata in secondo piano la preoccupazione per gli astronomi che resteranno «orfani» di Hubble per tre o quattro anni. Con il nuovo bilancio in approvazione, i progetti per la riconquista della Luna e la scalata a Marte entrano nel vivo. Quindi c’è bisogno di risorse e magari anche di poter dare sterzate ai programmi senza troppi indugi.

SHUTTLE: RITORNA IL 12 MAGGIO - Che la Nasa voglia procedere il più rapidamente possibile lo dimostra l’annuncio che gli shuttle torneranno a volare dal prossimo 12 maggio. A Cape Canaveral è già iniziato un conto alla rovescia per lanciare in orbita Discovery. E questo nonostante le critiche espresse sia dentro sia fuori l’ente spaziale americano. La commissione d’inchiesta che ha rivelato le cause del disastro di Columbia aveva stabilito che bisognava provvedere alla sistemazione di quindici elementi ritenuti indispensabili per garantire la sicurezza degli astronauti. Finora sono stati realizzati soltanto metà degli interventi. «Ma sono i più importanti», spiega Harold Gehman, il presidente della commissione d’inchiesta. Altri, come la possibilità di rimediare a buchi nelle ali con dimensioni analoghe a quelle che hanno provocato il disastro di Columbia (una quarantina di centimetri) si sono rivelati di fatto inattuabili e quindi sono stati abbandonati. Le ali, però, sono state rinforzate, dicono gli specialisti, e dal serbatoio centrale non potranno più staccarsi frammenti tanto grandi da diventare pericolosi per la navicella. Lo shuttle è indispensabile per completare la costruzione della stazione spaziale interrotta e per procedere nei piani di esplorazione. Di tempo - dicono alla Nasa - se ne è perso anche troppo: ora la sicurezza è garantita.

 

 

Data: 09 febbraio 2005

Autore: Giovanni Caprara

Fonte: Corriere della Sera

Link: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/02_Febbraio/09/hubble.shtml

 
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