Roma -
L'Europa ha deciso di sbarcare sulla Luna, non con un allunaggio in
stile Apollo
11 bensì con un sonoro
tonfo. L'Agenzia Spaziale Europea (ESA)
lascerà che si schianti sul satellite terrestre la sonda SMART-1, che
attualmente si trova nella sua orbita.
L'obiettivo della singolare missione non è evidentemente solo quello di
"disfarsi" di un mezzo che ormai è giunto al termine della sua vita
operativa, quanto di analizzare gli effetti di un violento impatto sul
suolo lunare e le conseguenti polveri disperse.
SMART-1 è stata lanciata nel settembre del 2003 per testare il suo
motore con propulsione ionica. 14 mesi dopo ha raggiunto senza problemi
l'orbita della Luna e grazie alla sua dotazione strumentale ha raccolto
una serie di dati riguardanti gli elementi chimici che compongono la
superficie, utili a studiare la formazione del nostro satellite.
Numerosi scienziati, infatti, sono convinti che la Luna si sia formata
grazie all'impatto di un gigantesco asteroide caduto sulla Terra. Il
materiale scaturito, per effetto gravitazionale, si sarebbe compattato
formando così il planetoide lunare.
I tecnici dell'ESA hanno programmato la caduta per l'1 o il 2 di
settembre. Fra giugno e luglio SMART-1 sarà manovrata per raggiungere
un'altitudine di 200 chilometri. Ad agosto verrà stabilizzata sui 120
chilometri e su un'orbita precisa che permetterà in seguito
l'allunaggio. All'inizio del mese di settembre cadrà
fragorosamente sulla Luna
con tutti i suoi 285 kg ad una velocità di 2 km/s. Migliaia di pezzi
fatti di alluminio, rame, titanio, compositi e residui di carburante a
base di
idrazina saranno disseminati per tutta l'area dell'impatto,
rendendo possibile una visione letteralmente spettacolare dai telescopi
terrestri.
Bernard Foing, progettista dello SMART-1, ha confermato di stare
cercando di coordinare un "monitoraggio" terrestre con le strutture più
importanti. Un'azione di analisi che dovrebbe permettere misurazioni
precise degli effetti dell'impatto.
Nel lontano luglio 1999, la Luna ricevette lo stesso trattamento da
parte del NASA
Lunar Prospector, una sonda kamikaze che avrebbe dovuto
permettere l'individuazione di cristalli di ghiaccio, che si ritenevano
presenti sotto la crosta lunare.
"La misurazione di tutti gli effetti è una priorità. Verranno utilizzate
tecnologie ad infrarossi per l'analisi termica, sistemi per il
rilevamento delle fiamme provocate dalla idrazina e per evidenziare gli
effetti esosferici. Senza contare l'osservazione dettagliata del
cratere", ha dichiarato Foing.
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