L'ultimo pianeta da visitare

Home

Programmi di viaggio verso Plutone

 

 

 

Anche se sono ancora in corso le valutazioni sulla sicurezza della missione, la strada sembra ormai in discesa verso il lancio della sonda New Horizons, la prima destinata a raggiungere Plutone.

Tutti i pianeti del Sistema Solare sono stati visitati da almeno una sonda, tranne questo. E andare da quelle parti, nelle regioni remote del Sistema Solare, è un viaggio lungo: da un minimo di nove anni ad un massimo di tredici. Chi è abituato alle precisioni delle missioni spaziali rimarrà sorpreso da questa incertezza. In realtà la durata del viaggio dipende dalla data del lancio. Il primo periodo utile ("finestra di lancio") va dall'11 gennaio al 14 febbraio 2006. Se per qualche motivo non si riuscirà a far partire la sonda, bisognerà aspettare l'anno successivo, dal 2 al 15 febbraio 2007.

A causa delle posizioni dei pianeti, sono due traiettorie molto diverse: la prima porterebbe la New Horizons a sfiorare il pianeta Giove, in modo da guadagnare velocità e continuare verso la sua destinazione. Se si parte nel 2007, invece, la strada sarebbe diretta: la sonda raggiungerà Plutone senza passare vicino ad alcun altro corpo celeste.

Sarà una visita piuttosto breve, quella della New Horizon. A differenza di altre sonde (ad esempio la Cassini su Saturno), non entrerà in orbita, ma sfiorerà l'estremo pianeta in quello che viene definito "fly-by". L'intero periodo di osservazione durerà quattro settimane, in una data compresa tra il 2015 ed il 2020, dipendente dalla traiettoria seguita.

Se le cose saranno andate bene, e dopo che la sonda avrà trasmesso verso la Terra i dati raccolti dall'incontro, la New Horizons potrà continuare il suo viaggio ancora oltre, cercando di raggiungere uno o due dei molti corpi celesti che popolano la cosiddetta Fascia di Kuiper, la zona che si estende oltre Plutone.

Tutto è pronto, ma il lancio è ancora in forse perchè devono essere completati gli studi di sicurezza. Nelle profondità del Sistema Solare esterno, infatti, la sonda non potrà generare elettricità con i classici pannelli solari (da quelle parti il Sole è praticamente una stella, anche se molto brillante). Per questo porterà con sè un generatore nucleare che sfrutterà il decadimento del Plutonio. L'attenzione, ovviamente, è concentrata sui rischi che potrebbero sorgere se ci fosse un disastro al momento del lancio, con la possibilità di una dispersione di Plutonio nell'atmosfera terrestre.

 

 

Data: 08.09.2005

Autore: A cura di Americo Bonanni

Fonte: Torino Scienza

Link: http://www.torinoscienza.it/novita/apri?obj_id=972

 
 

Questo contenuto di Space Freedom è pubblicato secondo la licenza di utilizzo di Creative Commons, salvo diversa indicazione.

L'editore non assume alcuna responsabilità nel caso di eventuali errori contenuti nell’articolo o di errori in cui fosse incorso nella loro riproduzione sul sito.