Più vicino il 2° sbarco sulla Luna |
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Nasa: energia dalla polvere |
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In un futuro non troppo lontano la Nasa, l’agenzia spaziale
statunitense, costruirà una stazione permanente sulla Luna. Ad
annunciarlo, oltre un anno fa, il presidente degli Stati Uniti George W.
Bush, che precisò sarebbero stati necessari almeno 10 anni prima che il
sogno potesse trasformarsi in realtà. La tecnologia umana sembra
tuttavia esser riuscita a superare le aspettative degli stessi
scienziati compiendo veri e propri passi da gigante. Un gruppo di
scienziati dell'università di Houston, infatti, dopo 4 anni di duro
lavoro, è riuscito a costruire una cella solare, indispensabile per la
produzione di energia, utilizzando la “regolite”, banalmente nota come
polvere lunare. Grazie a questa soluzione il progetto
spaziale potrebbe ricevere un'inaspettata spinta. "Avremo bisogno di una fonte di energia – fece notare tempo fa David Williams, uno degli scienziati della Nasa operanti presso il National Space Science Data Center di Greenbelt, nel Maryland - ma portare tutto il materiale necessario dalla Terra sarebbe estremamente costoso". Dichiarazioni che, a quanto pare, hanno stimolato i ricercatori a trovare una soluzione all’allora intricato problema. Il nuovo materiale ideato dagli scienziati, che ne hanno testato le capacità all’interno di un laboratorio in grado di simulare le condizioni presenti sulla superficie lunare, è composto per metà da diossido di silicio e per il restante 50% da una miscela di 12 metalli tra i quali alluminio, magnesio e ferro. Al momento attuale, spiegano gli esperti, uno di questi pannelli è in grado di trasformare in energia elettrica soltanto l’1% della luce raccolta. Ancora troppo poco, se si pensa che un normale pannello solare ad uso terrestre riesce a sfiorare percentuali prossime al 20%. La cosa non sembra però preoccupare gli scienziati. Il motivo? Sulla Luna non ci sono problemi di spazio e l’America potrebbe decidere si superare l’ostacolo estendendo a proprio piacimento la metratura utile dei rivoluzionari pannelli. Una volta installati gli accumulatori di energia la Nasa dovrà pensare soltanto, si fa per dire, ad approvvigionare la base e a sviluppare i sistemi che permetteranno agli astronauti del futuri di esplorare lo spazio. Non ci si deve però illudere troppo, con i mezzi attuali, l’umanità, non riuscirà a spingersi oltre ai limitati confini del sistema solare. Per concretizzare gli scenari prospettati dai fantasiosi scrittori e dagli abili registi cinematografici si dovrà pertanto attendere.
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Data: 27 gennaio 05 Fonte: Giornale tecnologico Link: http://www.giornaletecnologico.it/scienza/200501/27/41f65b9d06413/ |
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