Un robot verso le lune di Giove

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Come propulsore avrà un reattore nucleare. L'impresa è stata battezzata «JIMO» ( Jupiter Icy Moons Orbiter - Veicolo orbitante per le lune ghiacciate di Giove), e il lancio è previsto non prima del 2015 e fa parte del progetto Prometheus della NASA  

 

 
Dopo la spettacolare missione esplorativa «Galileo», realizzata congiuntamente dalla NASA assieme all'Agenzia Spaziale Europea, che nel 1995 portò una navicella automatica a scendere nella coltre gassosa di Giove, l'ente spaziale americano ha dato il via definitivo alla realizzazione di un altro, ambizioso progetto di esplorazione del più grande dei pianeti del sistema solare.
Questa volta, per la verità, più che su Giove, gli obiettivi saranno puntati (un po' come sta già facendo la sonda Cassini attorno a Saturno), verso tre delle lune che ruotano attorno al gigante del nostro sistema planetario, che gli astrofisici ritengono sia costituito da materiale originale con il quale si formarono le stelle come il Sole. Un materiale non modificato dai processi termonucleari che si innescarono nei corpi stellari, tanto da far considerare Giove una specie di «stella non finita».
Ma le sue lune, specie quelle ghiacciate, restano un mistero sul quale gli scienziati sono intenzionati ad indagare con questa nuova missione che, per il tipo di tecnologia di propulsione che impiegherà, non mancherà di sollevare qualche polemica (proprio come accadde al lancio, nel 1989, della stessa «Galileo»).

L'impresa è stata battezzata «Progetto JIMO» (Jupiter Icy Moons Orbiter - Veicolo orbitante per le lune ghiacciate di Giove), e il lancio è previsto non prima del 2015, ma già fin da ora, in molti laboratori e centri di ricerca americani, ci si lavora a pieno ritmo. Una data certo non vicina nei tempi, ma giustificata dal fatto che questa sonda adotterà soluzioni tecnologiche del tutto innovative, che richiedono molti anni per essere sviluppate (e per dimostrarsi sicure), a cominciare dal sistema propulsivo che dovrà funzionare grazie all'impiego di un reattore nucleare.
Quella della JIMO infatti, sarà quasi certamente la prima missione scientifica spaziale del progetto Prometheus della NASA, nell’ambito dell’iniziativa dell’agenzia spaziale statunitense (confermata dal capo della NASA O'Keefe poche settimane fa), che mira a sviluppare tecnologie di propulsione elettrica e di reazione nucleare per rivoluzionare le esplorazioni spaziali. Da un paio d'anni, un team guidato da Boeing si sta occupando delle nuove soluzioni tecnologiche per il reattore destinato alla conversione di potenza, la propulsione elettrica e gli altri sottosistemi della navicella spaziale JIMO progettata per esplorare tre lune di Giove: Ganimede, Callisto ed Europa.
A gestire e coordinare ogni aspetto della missione, sarà come sempre il Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena (California); obiettivo della JIMO dovrebbe anche essere quello di dimostrare come i reattori nucleari possano essere impiegati nello spazio in maniera sicura ed affidabile per fornire l’energia elettrica necessaria alla propulsione e alle esplorazioni scientifiche.
Il reattore della JIMO dovrebbe fornire una quantità di energia di bordo fino a cento volte superiore a quella disponibile finora sulle altre sonde spaziali spinte che hanno utilizzato propulsione chimica convenzionale. Ciò aprirebbe, secondo gli specialisti che lo stanno progettando, nuovi orizzonti alle esplorazioni spaziali, rendendo possibile elaborare piani di volo più flessibili e meno legati alle posizioni planetarie ed allungare i tempi d’esplorazione su varie destinazioni anche durante la stessa missione.
La navicella spaziale a reazione nucleare garantirebbe inoltre la raccolta e l’invio di un’enorme quantità di immagini e di dati scientifici, potendo allo stesso tempo supportare strumenti scientifici come radar che penetrano il ghiaccio, perforatrici elettromagnetiche di profondità e spettroscopi laser.
Gli scienziati pensano che le lune ghiacciate di Giove nascondano oceani salati sotto la crosta. Ideata per una maggior comprensione della vita nell’universo, la missione JIMO avrà come scopo principale lo studio di questi oceani, alla ricerca di quegli elementi chiave che permettono forme di vita a livello microbico, quali l’acqua allo stato liquido, i nutrienti chimici e le fonti di energia.
 
 

Data: 11/3/2005

Autore: Antonio Lo Campo

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

Link: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_scienzaetecnica_NOTIZIA_01.asp?IDNotizia=133085&IDCategoria=87

 
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