Il lancio del Delta 4

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Il nuovo lanciatore statunitense, dimostra una tale potenza e affidabilità (anche se a Cape Canaveral fanno gli scongiuri), che potrebbe essere impiegato, in futuro, anche per missioni umane

 
   
Sembra un triplo missile, con tre massicci elementi aggrappati uno sull'altro. E sotto certi aspetti è un po' così. Dopo un anno esatto passato sulla piattaforma di lancio numero 37-B di Cape Canaveral, sta per essere lanciato, per la prima volta, il razzo vettore americano Delta 4 in versione "tripla", ultimo nato di una fortunata serie di vettori che sin dai tempi dei primi Thor-Delta di fine anni cinquanta, arrivando alle versatili versioni del più recente Delta 2, hanno fatto del lanciatore costruito dalla Boeing uno dei più richiesti e affidabili al mondo.
I loro impiegi hanno svariato dal lancio di satelliti scientifici e commerciali, fino a quasi tutte le più recenti sonde americane inviate su Marte.
Ma ora inizia l'era del Delta 4, che come i suoi predecessori, compresa la versione Delta 4 di "Media Configurazione", già collaudata nel 2002 e 2003, si affaccia sul panorama dei sistemi di lancio con le stesse garanzie di successo, ma con in più il fatto di poter essere utilizzato in versione potente (Heavy-Lift, come si dice in gergo tecnico inglese), e quindi in grado di lanciare in orbita grossi carichi, a differenza dei precedenti vettori, limitati invece a satelliti di medio-bassa capacità.
Questo razzo vettore si presta anche ad impieghi militari legati ai lanci di satelliti di grandi capacità per conto dell'Air Force, e va a rimpiazzare, per gli stessi scopi, il potente Titan 4 recentemente accantonato.
Il nuovo lanciatore statunitense, dimostra una tale potenza e affidabilità (anche se a Cape Canaveral fanno gli scongiuri), che alcuni astronauti della Nasa lo hanno proposto per lanciare le future navicelle per il rientro d'emergenza, da agganciare alla stazione spaziale internazionale.
Ma vediamo quali sono le caratteristiche principali di questo razzo vettore, che salvo ritardi dell'ultima ora dovrà essere lanciato oggi (alle 20 e 31 ora italiana), dal Centro Spaziale Kennedy, e dalla stessa rampa da cui erano partiti negli anni sessanta i razzi Saturno 1 e 1B impiegati per i lanci (senza equipaggio) delle prime capsule Apollo.
Il razzo è formato da un corpo centrale (o primo stadio) che alla sua base è dotato di un motore principale a combustibile liquido RS-68 della Rocketdyne, che genera una spinta pari a 340 tonnellate. Lo stesso corpo centrale è dotato di un ulteriore stadio superiore dotato di motore, che è quello che garantisce l'ingresso in orbita del satellite. Ai lati vi sono poi due massicci razzi di spinta, con propulsori RL10B, in grado di bruciare combustibile liquido per la parte iniziale dell'ascesa verso lo spazio, che si separano 4 minuti dopo il lancio.
Delta 4-Heavy è in grado di collocare in orbita bassa carichi di di 25 tonnellate, e 13 in orbita geosincrona (molto più alta), e pertanto va ad inserirsi prepotentemente tra i vettori più potenti al mondo, compresi l'europeo Ariane 5 e il giapponese H-2.
«Con Delta 4 Heavy abbiamo un razzo ad alta capacità - dice con orgoglio Dan Collins, Program Manager del programma, mentre fissa il vettore sulla rampa - oltre che tecnologicamente avanzato. Si apre certamente una nuova era».
Una nuova era che in realtà è un ritorno al passato, considerando che una volta preso atto che lo space shuttle non era in grado di assolvere a tutte le missioni, nell'ultimo ventennio un po' alla volta si è tornati, anche in casa statunitense, a rispolverare i razzi tradizionali.
Il Delta versione "potente", per questo suo primo lancio, porterà nello spazio una capsula dimostrativa, chiamata "DemoSat", che ricorda nella sua forma le "Gemini" che negli anni sessanta portarono dieci coppie di astronauti in orbita.
La capsula verrà collocata in un'orbita geosincrona con il punto di più alto a 36.000 chilometri dalla Terra e il più basso a soli 290.
E in effetti l'obiettivo del Delta 4, così come del nuovo Atlas 5 della Lockheed in fase di sviluppo, sarà quello di essere impiegato, in futuro, anche per missioni umane.
Il vettore verrà impiegato per scopi militari: l'Air Force americana, ha già prenotato due lanci per l'invio in orbita di altrettanti carichi del National Reconnaissance Office, in grado di effettuare rilevamenti per il programma di difesa amti-missile. L'Air Force americana, partecipa anche economicamente al programma, e già nel 2000 con un contratto di 141 milioni di dollari, finanziò l'avvio del programma di sviluppo.
E per il futuro, soprattutto pensando ad una missione umana su Marte, vi sono idee suggestive, che pevedono un Delta 4 Heavy ancora più potente e formato da ben sette elementi in grado di piazzare in orbita carichi tra 80 e 100 tonnellate.
Chissà, forse l'America, dalla stessa piazzola da cui lanciò le prime Apollo destinate alla Luna, ha ritrovato lo stesso "autobus" dello spazio per le missioni destinate a Pianeta Rosso
 

Antonio Lo Campo - 9/12/2004 -  http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_scienzaetecnica_NOTIZIA_01.asp?IDNotizia=126459&IDCategoria=82

 
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