Un falso il teschio atzeco
di cristallo custodito a Londra |
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E’ venerato dai seguaci New Age che gli
attribuiscono poteri mistici e che credono faccia parte dei 13
teschi di cristallo in grado di predire il destino della razza
umana: ora però uno scienziato britannico avrebbe le prove che
il teschio di cristallo custodito dal British Museum di Londra
non è un artefatto atzeco come si era finora creduto, ma sarebbe
stato invece fabbricato in Europa nel 19esimo secolo.
Una serie di test condotti dal professor Ian Freestone
dell’università del Galles di Cardiff hanno infatti rivelato che
il teschio del British Museum è stato tagliato e lavorato con un
tipo di mola che veniva comunemente usata dai gioiellieri
europei del 19esimo secolo, ma che di certo non era in uso
nell’America di epoca precolombiana.
Gli scienziati hanno realizzato alcuni calchi in resina del
teschio ed hanno rilevato che la sua superficie presenta
minutissimi graffi circolari intorno ai bulbi oculari, ai denti
ed al cranio che indicano che la scultura era stata tagliata e
lavorata con un oggetto rotante, quando la ruota non era ancora
in uso in epoca atzeca.
Il teschio è stato ricavato da un solo pezzo di cristallo di
rocca - di dimensioni che, secondo Freestone, sono molto
difficili da ottenere dalle miniere messicane - e la sua
superficie risulta levigata in maniera perfetta. Un lavoro
simile, se fosse stato veramente realizzato nel 1.400 a.C. come
si credeva, potrebbe essere stato ottenuto soltanto strofinando
il teschio con la sabbia per un periodo di circa 150 anni.
Ulteriori ricerche, realizzate dall’archivista Jane Walsh dello
Smithsonian Institute di Washington, mettono ancora più in
dubbio l’autenticità del teschio. Secondo i suoi studi, Eugene
Boban, un collezionista francese di manufatti di epoca
precolombiana, era il proprietario del teschio che nel 1897
venne venduto ad un’asta da Tiffany’s al British Museum.
Fu però lo stesso Boban a vendere un altro teschio di cristallo
ad un collezionista privato che tempo dopo lo donò al Musee de
l’Homme di Parigi. Secondo Freestone e la Walsh è altamente
improbabile che il collezionista francese fosse entrato in
possesso di due autentici teschi di cristallo di epoca
precolombiana e ciò indicherebbe che si tratta di manufatti più
recenti.
Le nuove scoperte riguardanti i teschi di Londra e di Parigi
sicuramente non piaceranno ai molti seguaci della cultura New
Age che da tempo guardano con interesse a questi artefatti ed ai
loro presunti poteri soprannaturali.
Tra i Maya, gli Atzechi e persino gli indiani del Nordamerica
correva infatti una leggenda: 13 teschi di cristallo fabbricati
migliaia di anni fa conterrebbero le informazioni circa
l’origine ed il destino della razza umana. In un momento di
massimo bisogno, i 13 teschi sarebbero destinati a riunirsi per
rivelare i loro segreti e dare inizio ad una nuova era. Secondo
i Maya tale data sarebbe attualmente fissata per il 21 dicembre
2012, ovvero alla fine del Conto Lungo del loro calendario
iniziato il 13 agosto 3114 a.C..
Il teschio del British Museum e quello di Parigi sono soltanto
due dei dodici finora considerati autentici esistenti al mondo.
Due, il teschio d’Ametista ed il teschio Maya, sono stati
trovati in Guatemala negli anni ’30; altri due, il teschio
Sha-Na-Ra e quello Arcobaleno provengono dal Messico; un altro,
il Rosa Quarzo, è stato trovato al confine tra Honduras e
Guatemala mentre uno, il cranio di Cristallo, è custodito a
Città del Messico ed un altro appartiene all’aristocratica
creola Norma Redo. Altri due invece, si trovano negli Stati
Uniti: uno è soprannominato E.T. per la strana forma ovale del
suo cranio mentre un altro - un tempo donato da sciamani
guatemaltechi ad un monaco tibetano - è custodito in Texas ed i
suoi proprietari lo chiamano affettuosamente Max.
Il più celebre di tutti però è quello che nel 1924 venne
rinvenuto in Belize da Anna Mitchell Hedges, figlia adottiva di
un archeologo britannico che si era recato nella regione
convinto di trovarvi i resti di Atlantide. Anni più tardi, un
famoso cristallografo, F. Dorland, ottenne il permesso di
studiare la reliquia cosa che fece per oltre sei anni.
Alla fine ipotizzò che il teschio non fosse altro che un
convertitore di informazioni tra il cristallo e la mente umana;
infatti a detta dello studioso le radiazioni elettromagnetiche
emesse dal quarzo agirebbero sull’ipotalamo umano, responsabile
dell’equilibrio elettrico e chimico del corpo e del sistema
endocrino. Secondo Dorland dunque, il teschio sarebbe un
riequilibratore di scompensi e quindi fonte di guarigione.
Per molti però il teschio racchiude misteri ancora più
soprannaturali. Secondo Colin McEwan del British Museum tante
persone potrebbero essere vittime di autosuggestione. «C’erano
persone che ad osservarlo cadevano in trance e parlavano in
lingue strane», ha detto.
Alcuni di coloro che credono in queste leggende hanno accusato
il museo di cercare di nascondere i veri poteri del teschio e di
«intrappolare» l’energia cosmica in esso contenuta, ha
raccontato McEwan. «Abbiamo ricevuto lunghe petizioni riguardo
al danno che stiamo facendo al teschio in quanto lo
imprigioniamo e non gli permettiamo di concludere il suo
destino», ha detto.
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