Durante
il medioevo i musulmani hanno combattuto i crociati
con spade d'acciaio (l'acciaio di Damasco) rese
leggendarie per la loro imbattibilità. Bellissime
esteticamente per quella particolare trama (da
cui prende il nome l'"effetto Damascato") dovuta
invece alla
variazione nel tenore
di carbonio fra il filo e il centro della spada,
sono all'origine di
molte
leggende nate a causa delle loro insuperabili
prestazioni: si narrava
che potessero tagliare
la roccia, che potessero essere arrotolate attorno
ad un uomo per poi tornare dritte e che non
perdessero mai il filo.
Oggi è stato svelato il loro mistero: l'alta
tecnologia di forgiatura delle lame che contengono
sì carbonio, ma in forma assolutamente inaspettata.
Di queste spade
si è infatti recentemente occupato uno studio
tedesco
condotto da un gruppo di ricercatori coordinati da Peter Paufler della Technical
University di Dresda e
i cui risultati
sono stati pubblicati su
Nature. Tali spade (dal 900 al 1750) furono
costruite utilizzando un acciaio indiano detto wootz (Il
primo tipo di acciaio di cui si ha notizia,
fabbricato in India almeno dal 300 dopo Cristo).
Paufler, analizzando al microscopio elettronico una
lama saracena del XVII secolo, ha trovato la
presenza di nanotubi di carbonio e, in alcuni casi,
di nanocavi in carbonio. I nanotubi ed i nanocavi
sono, molto probabilmente, il prodotto della
forgiatura e della "ricottura" delle armi.
Nulla da stupirsi
se poi queste "stupissero" in prestazioni.