In Irlanda un
tesoro inestimabile della civiltà umana sulla Terra
L’Alba di Newgrange
Il sito
archeologico di Newgrange vide “l’alba” oltre 5.200 anni fa
ma “riprende
vita” ad ogni solstizio d’inverno
Di Margherita
Campaniolo
Il
sito e la sua valle
Il
sito archeologico di Newgrange giace sulla parte superiore
di una collina fronteggiata da un’ansa del fiume Boyne, ad
ovest e a circa 8 km dalla città irlandese di Drogheda.
La Boyne
Valley,
scenario di molti eventi storici, tra Newgrange, Knowth e Dowth,
è una zona ricca di testimonianze storiche, sede, in scavi
differenti, di numerosi ritrovamenti archeologici delle più
svariate età e provenienze: sono stati rinvenuti a Newgrange
phallus di pietra, un cuneo del ferro, 750
frammenti non identificabili di ossa animali e piccoli
frammenti incombusti di ossa umane, due coppe, una catena e
due anelli d’oro (scoperti nel 1800 da un lavoratore che
scavava vicino all’ingresso del sito), 21 monete romane
ecc..
Newgrange è comunque nota al mondo intero come uno dei
migliori esempi (in Irlanda e in Europa occidentale) di un
tipo di monumento neolitico conosciuto dagli archeologi come
“tomba a passaggio”, un imponente tumulo appartenente
ad un complesso funerario che si estende nella Boyne
Valley
composto da altri (ma ben più modesti) tumuli e da 2 solenni
pietre megalitiche.
Secondo una datazione effettuata al carbonio 14 il sito di
Newgrange è stato edificato intorno al 3200 a.C. ; ciò lo
rende anteriore di 600 anni alle piramidi egiziane di Giza e
1.000 anni più antico del sito inglese di Stonehenge.
Origine leggendaria
Il
Tuatha Dé Danann, ovvero la Tribù degli dèi di Dánann,
si dice abbia scelto Newgrange come posto di sepoltura per
un loro capo Dagda Mór, che risiedeva nel
Brúg na Bóinne
(nome celtico di Newgrange) e dei suoi tre figli. Si
racconta anche, sempre nei miti celtici, che Newgrange sia
stato il posto in cui fu concepito l’eroe Cúchulainn, nato
dall’unione tra Dechtine e Lugh, diosolare e luminoso
che visitò la donna in sogno mentre ella si trovava a
Newgrange.
La
“riscoperta”
Dopo secoli in cui rimase sepolto dal tempo e dai detriti,
il tumulo di Newgrange fu "riscoperto" casualmente nel 1699
dal latifondista Charles Campbell che, per alcuni lavori
stradali, aveva dato ordine ai suoi operai di utilizzare
“quelle pietre”: altro non erano che quelle costituenti il
corpo del cairn (tumulo centrale). Aveva così luogo
il rinvenimento dell'entrata alla tomba.
Bisognerà aspettare il 1928 per avere qualche dato
archeologico in più su Newgrange con gli scavi effettuati
dal Macalister; egli portò alla luce, scavando ad ovest
della pietra d’entrata, ben 54 pietre, nell’intento di
esporre l’intero perimetro del sito ma il lavoro fu fermato
dal latifondista. Miglior fortuna si ebbe a partire dagli
anni sessanta del secolo scorso, soprattutto con gli scavi a
cura dell’archeologo Michael J. O'Kelly. L'area è tutt'oggi
oggetto di studio e di campagne archeologiche nella
convinzione che ci sia ancora molto da scoprire e capire su
questi luoghi.
La struttura esterna ed interna
Il Cairn di Newgrange è inserito in una serie di
strutture megalitiche portate alla luce da O'Kelly e
costruite dagli antichi abitanti della valle del Boyne
durante il Neolitico e l'età del Rame; attualmente è
visibile un anello di 12 pietre che lo circonda ma è
convinzione che le pietre dovessero essere molte di più,
fino a formare una circonferenza completa attorno al Cairn.
La
civiltà che le eresse è di gran lunga anteriore a quella
celtica o pre-celtica quindi le molte storie sull’origine
del sito abbinate a personalità di questo popolo lasciano,
archeologicamente parlando, il tempo che trovano.
Il
Cairn presenta
all’incirca la forma di un tronco di cono a base irregolare
(m 85,3 l’asse Nord/Ovest-Sud/Est) che termina, nella parte
superiore, con una piattaforma circolare di 32 metri di
diametro.
Alla base
del tumulo si sviluppa un circolo di grandi pietre infisse
nel terreno: 97 grandi massi posti orizzontalmente, le
kerbstones ("pietre di bordo"). Questi megaliti, di
forma piatta ed estremamente regolare, presentano in alcuni
casi splendide incisioni. La più nota è senza dubbio la kerbstone
1 e che si trova
all’ingresso della tomba con le ormai note incisioni
dell’arte megalitica tipica di Newgrange, la triplice spirale; alcuni studiosi
pensano che la grande
lastra posta adiacente al passaggio d’ingrasso del tumulo,
costituisse la “porta” con la quale i costruttori del sito
sigillarono la tomba una volta ultimata. I kerbstones sono
di dimensione variabile,ilpiù piccolo è
lungo m 1.7 mentre il maggiore è lungo m 4.5.
Splendide
la decorazioni che vi sono incise: cerchi, spirali, archi,
figure serpentiformi, puntiformi, zigzag, losanghe, figure
radiali o a stella e linee parallele. Fra queste, il motivo
decorativo più ricorrente tra le pietre di Newgrange non è,
come si potrebbe pensare, la spirale, bensì i motivo a
losanga e zigzag (a “virgolette”).
La
losanga è più prominente all'interno del tumulo. Osservando
e studiando queste pietre decorate si è notato come alcuni
kerbstones sono stati decorati certamente prima di essere
messi in posa definitiva poiché incisi sulla facciata
retrostante a quella di collocazione e cioè là dove i decori
non possono essere visti; altri kerbstones sono incisi lungo
la fascia laterale delle pietre o sulla superficie che
poggia al suolo.
Il tumulo, nella sua struttura interna, è composto da una
serie di anelli concentrici di pietre interrotti da un
corridoio in fondo alla quale e' posta una camera funeraria;
il tutto è ricoperto poi da migliaia di metri cubi di terra.
La lunghezza totale del passaggio e dell'alloggiamento
raggiungono i m 24 il che significa che occupano soltanto un
terzo del diametro della tomba.
La camera posta alla fine del corridoio è circondata da
altri tre alloggiamenti separati o incavi, fuori
dell'alloggiamento centrale. Quello orientale è quello
notevolmente più decorato anche se tutti e tre contengono
delle incisioni.
Il tetto è un’altra delle meraviglie di Newgrange per la
sua spettacolare struttura in relazione al tempo di
costruzione: composto da 17 lastre posizionate in modo
mirabile tanto che, al momento della scoperta del Cairn,
questo fu trovato perfettamente intatto e, nei secoli, non
solo non aveva ceduto al peso della terra sovrastante ma non
aveva lasciato passare nemmeno una goccia d’acqua. Oggi è
esattamente quello di un tempo, non ha subito alcuna opera
di riparazione e restauro.
L’alba di
Newgrange
Nel 1972,
a seguito di una indagine del dott. Jon Patrick, si comprese
come l’ingresso della tomba di Newgrange fosse orientato
verso il punto in cui il Sole viene a sorgere il giorno del
solstizio d’inverno. Tale scoperta fece includere Newgrange
tra le costruzioni specializzate e progettate in modo
astronomicamente voluto.
Il
giorno del solstizio d’inverno, infatti, la luce del Sole
penetra nel passaggio d’ingresso, scorre brillando lungo il
pavimento del corridoio e va ad illuminare l’alloggiamento
interno. Il tutto in appena 17 minuti, poi il sito torna a
“vivere” nel buio più completo per altri 364 giorni.
Clicca sul link per vedere una notevole animazione
dell’eventohttp://www.lorenzoblanco.it/ombredeltempo/capitoli/anim/newg.html
Nulla
è stato costruito a caso nel sito di Newgrange. Il 21
dicembre, grazie a calcoli astronomici notevolmente precisi e non
sconosciuti a diversi popoli dell'antichità, a partire
dall’alba i raggi del Sole cominciano a risalire la valle di
Boyne
per proseguire fino alla collina del sito conosciuta come
“montagna rossa”.
Subito
dopo le 9 antimeridiane, con uno spettacolare effetto, il
fascio (largo appena 34 cm) penetra dal varco creato tra le
pietre d’ingresso; il raggio, appena entrato, appare come
dividersi in due parti, una si posiziona in basso ad
illuminare il cammino mentre l’altra scorre a metà altezza
fino a giungere il fondo della camera
e, per effetto di ulteriore riflessione, colpisce una pietra
in cui è inciso il simbolo della triplice spirale che
accende di luce tutte le camere interne. Nessun altro giorno
dell’anno avrà un allineamento sole-ingresso favorevole
all’evento. Dal momento in cui il raggio invade il corridoio
fino a quello in cui si ritirerà, trascorrono solamente 14
minuti.
L’evento,
incredibilmente affascinante e simbolico, attira centinaia
di turisti e,
considerato che il tumulo può ospitare un numero esiguo di
persone,
solamente pochi hanno il privilegio di potervi assistere
dall’interno; gli altri devono accontentarsi di farlo
dall’esterno. Per dar modo a tutti di comprendere lo
straordinario lavoro d’ingegneria e di scienza astronomica
dei costruttori di Newgrange, le autorità locali hanno
istituito un servizio di “albe fittizie”: attraverso della
luce artificiale, si simula quanto naturalmente accade un
solo giorno all’anno. Certo, l’effetto non è il medesimo, ma
comprendiamo la “necessità” turistica di tale artifizio.
Possiamo dire che un
momento cosmico accomuna ancora oggi noi, uomini del
2000, con i popoli della Boyne Valley di 5000 anni fa e
questo grazie al fatto che il cambiamento delle coordinate
geografiche del punto di levata del Sole è un fenomeno
talmente lento da
permane,
ancora oggi, lo stesso del tempo di Newgrange: esso dipende
dalla variazione dell'obliquità dell'eclittica,
un'oscillazione di circa 2 gradi (da 22 a 24 gradi e
ritorno) in 41013 anni.
Patrimonio dell’Umanità
Newgrange
è un miracolo del tempo e dell’intelligenza umana che attira
ogni anno, in Irlanda, ben 200.000 visitatori, tutti ad
ammirare quanto la nostra razza è stata in grado di fare col
solo uso della pietra per strumento e col solo occhio nudo
per studiare il cielo. Una eredità culturale eccezionale che
l’uomo moderno ha il compito di conservare e far conoscere;
a tale scopo, dal 1993, tutta la Boyne Valley, e quindi
Newgrange unitamente a Knowth
e Dowth, sono stati decretati dall’UNESCO World Heritage
Site.
Data: 26 marzo 2006
Autore: Margherita Campaniolo
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autorizzazione della stessa.