Un'eccezionale
scoperta, unica nel suo genere, suggerisce come il
rispetto per i piccoli sia un principio tutt'altro
che "evoluto".
di Margherita Campaniolo
Come spesso accade in archeologia è stata una buona
dose di fortuna quella che ha favorito il
rinvenimento di sepolture d'età della pietra davvero
uniche, senza eguali. In
Austria meridionale, in una regione chiamata
Krems-Wachtberg, là dove il fiume Krems viene a
contatto del Danubio, sono state scoperte due
sepolture risalenti a 27.000 anni fa (paleolitico
superiore), entrambi riguardanti esseri umani
d'età infantile e secondo una disposizione, un
rituale, che non lasciano dubbi sull'intenzionalità
di testimoniare l'importanza ed il rispetto dei
fanciulli all'interno di quella comunità.
A
fare la scoperta e a darne notizia con una
pubblicazione su Nature, un gruppo di studiosi
guidati da
Christine Neugebauer-Maresch, della
Prehistoric Commission of the Austrian Academy of
Sciences. Dagli
scavi emerge come la zona sia stata abitata da
nostri progenitori della cultura Gravettiana fin da
40.000 anni fa. In uno strato archeologico
eccellentemente conservato, ad una profondità di
circa sei metri, circa un anno fa è stata scoperta
una lamina d'osso di spalla di mammut piuttosto
grande e che copriva l'ingresso di un "pozzo";
proprio quest'ultimo conteneva, immersi
completamente nell'ocra, i corpi di due neonati
perfettamente conservati, molto probabilmente
gemelli.
Immagine:
Prehistoric Commission Austrian Academy of Sciences
Un incisivo di uno dei neonati indica che devono
essere deceduti in un'età compresa tra i nove ed i dieci mesi di
vita.
Oltre al pigmento rosso, presenza non rara in
sepolture di quel periodo forse come simbolo di
vita, attorno al bacino di un gemello sono stati
trovati resti di 25-30 residui di ornamenti in
avorio.
Non è possibile stabilire le cause di quelle morti
ma l'importanza di queste sepolture è data
dall'indiscutibile intenzionalità rituale.
Quest'anno, in un secondo pozzo trovato ad appena un
metro da quello appena descritto, la sorpresa di una
seconda sepoltura di neonato. Un singolo corpo di
circa tre mesi d'età con, posto accanto, un perno
d'avorio; il reperto lascia immaginare come il
morticino fosse chiuso, probabilmente, in un
sacchetto di cuoio o di pelliccia.
Immagine:
Prehistoric Commission Austrian Academy of Sciences
Il primo come
questo secondo rinvenimento (e che lascia sperare in
altri ritrovamenti) oltre ad avere una eccezionale
importanza antropologica, potrebbero dare un
significativo contributo nel confermare quanto,
proprio in queste settimane, appare essere più di
un'ipotesi: che razza umana e Neandertal si siano
incrociati in varie fasi della loro comune presenza
in Europa incrociando quindi i loro DNA.
Data: 13 dicembre 2006
Autore: Margherita Campaniolo
Fonte: "Upper
Palaeolithic infant burials"
di
Thomas Einwögerer, Herwig Friesinger, Marc Händel, Christine
Neugebauer-Maresch, Ulrich Simon e Maria Teschler-Nicola
- Nature 444, 285 (16 November 2006) doi:10.1038/444285a;
Received 12 August 2006; Accepted 24 October 2006; Published online 15
November 2006
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