Sedicimila anni prima di Cristo gli europei erano
dei considerevoli spilungoni. L'altezza media era di
179 centimetri, ma non si trattava di imponenti
giganti, dato che il peso medio era di soli 67
chili. E per questi uomini segaligni c'erano donne
piuttosto tozze, con il loro metro e 58 per 54
chili. Questi i risultati di uno studio pubblicato
sulla rivista Hormones da Michael Hermanussen, un
professore di Aschauhof, Germania.
A partire dal Paleolitico (fino al 9000 a.C), e
durante il Mesolitico (9000-7000 a.C.) la statura
umana media maschile europea è diminuita
progressivamente, raggiungendo un minimo nel
Neolitico (7000-3000 a.C.).
Gli uomini dell'alto Paleolitico erano dunque magri
e alti a fronte di donne tarchiate. La Venere di
Vestonice, un idolo di 25mila anni fa ritrovato
nella Repubblica Ceca, brevilinea e dai fianchi
abbondanti, potrebbe essere considerata dunque una
rappresentazione piuttosto fedele delle proporzioni
della donna dell'epoca.
Una riduzione dell'altezza si è avuta fino al
Neolitico soprattutto nell'Europa occidentale (la
statura media per gli uomini è scesa a 165
centimetri per 64 chili e per le donne a 150
centimetri per 49 chilogrammi). Nell'Europa dell'Est
invece, nello stesso periodo, ci si attestava sui
170 centimetri per il maschio, contro il metro e 60
per la femmina. Un accorciamento che sembrerebbe
andare di pari passo con il progressivo
riscaldamento del clima europeo, ma che però non ha
ancora trovato una spiegazione ben precisa.
Molto seguita la pista legata all'alimentazione.
Durante il Paleolitico la dieta dell'Homo Sapiens
era soprattutto a base di proteine e fibre e povera
di zuccheri raffinati, particolarmente adatta agli
esseri umani e molto favorevole allo sviluppo delle
ossa. Inoltre per la bassa densità di popolazione,
il cibo era garantito per tutti e non risulta che in
quella fase storica si siano verificate gravi
malattie endemiche.
Decisivo nell'abbassamento collettivo sarebbe stato
dunque il passaggio all'agricoltura (neolitico) che
ha determinato un cambio nell'alimentazione, con
minore assunzione di proteine. Non solo, questa
transizione pare abbia avuto un effetto decisivo
anche nella maturazione sessuale, con le ragazze
"agricole" che avevano il primo menarca tre anni
prima di quelle cacciatrici-raccoglitrici.
Nel Mesolitico la densità della popolazione rimase
praticamente invariata rispetto al Paleolitico, ma
comparvero gravi malattie endemiche, fra le quali la
malaria. Nel Neolitico la densità di popolazione
crebbe invece dalle 10 alle 50 volte rispetto a
quella paleolitica.
Statura in rialzo infine durante l'antica Roma (170
centimetri per gli uomini e 158 centimetri per le
donne).
L'incremento dell'altezza media dipende anche,
nell'interpretazione moderna, dalle condizioni di
vita e di progresso raggiunte.
Oggi la statura è specchio di circostanze
socio-economiche e culturali, e viene utilizzato per
comprendere meglio lo stile di vita e la salute
generale dell'individuo. Sebbene in Europa si sia
tornati sui livelli del paleolitico, con 180-182
centimetri per l'uomo e 168 per la donna, l'uomo
moderno esibisce segni della sua modernità, con
avambraccio e femore più corti.
"L'altezza è comunque influenzata da molti fattori
concomitanti - ha detto Ivan Nicoletti, direttore
del Centro Studi Auxologici di Firenze - che
comprendono condizioni ambientali, psicologiche,
igieniche e naturalmente è legata al progresso in
genere della società". In Cina, ad esempio, in
quindici anni di sviluppo serrato l'altezza è
aumentata di 7-8 centimetri. "Anche l'avanzamento
della medicina ha la sua importanza, poiché se una
persona è più sana cresce meglio, ovviamente. Si
badi però al fatto che recenti studi ipotizzano che
il trend staturale sia ciclico come tanti altri
fenomeni biologici. Solo che per la statura il ciclo
avrebbe l'ampiezza di centinaia di anni" ha concluso
Nicoletti.
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