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Trovati fossili ominidi in Etiopia, i «vicini di casa» di Lucy

 
     
 

Un gruppo internazionale di paleoantropologi diretto da Tim White dell’Università della California a Berkeley ha rinvenuto nel deserto dell’Afar, regione nord-orientale dell’Etiopia alcuni fossili che risalgono a 4,1 milioni di anni fa. I resti sembrano rappresentare quell’anello mancante nelle testimonianze fossili della linea evolutiva che dall’antenato comune di uomini e scimmie porta a noi.
«Mancava, in particolare, un anello di congiunzione fra gli antichissimi ardipitechi, vissuti fra 7 e 4,4 milioni di anni fa, e le forme "perfette" di australopiteco, alle quali appartengono per esempio i resti di Lucy, scoperti anch’essi nella depressione dell’Afar» spiega on line «Le Scienze» riferendo del ritrovamento.
Secondo il paleoantropologo White questi resti, che rappresentano una forma primitiva di Australopithecus anamensis, «esibiscono in modo molto netto la discendenza dal genere Ardipithecus».

SCIENZIATI, REPERTI SUGGERISCONO PRECISA SUCCESSIONE EVOLUTIVA
Per lo scienziato Tim White, inoltre, il fatto che «i fossili di Ardipithecus ramidus, Australopithecus anamensis e Australopithecus afarensis siano stati rinvenuti in strati sedimentari successivi nella stessa area lungo il medio corso dell’Awash, il fiume che segna il confine meridionale dell’Afar, suggeriscono una precisa successione evolutiva».
Il genere Australopithecus successivamente si differenziò in numerose specie, e alcune di esse convissero a lungo con il genere Homo, come Australopithecus bosei, che si estinse solo 1,2 milioni di anni fa.
E non è questa l’unica scoperta degli scienziati in cerca delle origini degli esseri umani realizzata in quest’area dell’Etiopia orientale. Nel corso di una campagna di scavi, infatti, un team di archeologi americani e etiopi, poco più di un anno, ha scoperto 12 fossili che sembrerebbero essere ancora più antichi della celebre «Lucy».
«La scoperta di dodici resti fossili di ominidi primitivi, la cui età è stimata da 3,8 a 4 milioni di anni, è importante per la comprensione delle prime fasi dell’evoluzione umana precedenti Lucy» aveva dichiarato nella conferenza stampa in cui il leader del gruppo di scienziati, l’archeologo etiope Yohannes Haile Selassie, aveva annunciato la scoperta.

CIRCA UN ANNO FA UN’ALTRA LACUNA COLMATA, TROVATI FOSSILI OMINIDI PRIMITIVI
«Speriamo -aveva detto Selassie- che le nuove scoperte consentano agli scienziati di colmare le loro lacune, migliorando la conoscenza di quel periodo temporale dell’evoluzione umana».
Secondo i paleontologi, fra i quali Bruce Latimer del Museo di Storia Naturale di Cleveland, la nuova scoperta è stata fatta a febbraio in un sito chiamato Mille, approssimativamente 60 chilometri a nord rispetto al luogo dove era stata trovata Lucy, nella regione orientale dell’Afar.
Gli esemplari trovati comprendono una tibia completa della parte inferiore di una gamba, parti di un femore, costole, vertebre, un bacino e una scapola completa. C’è inoltre un astragalo che, insieme alla tibia, dimostra che la creatura camminava eretta. E le scoperte non finite qui.
Un altro team di cacciatori di fossili che lavorano in Etiopia, sempre poco più di un anno fa, hanno dissotterrato i resti di almeno nove ominidi primitivi che avrebbero un’età compresa fra 4,5 e 4,3 milioni di anni. I fossili, scoperti ad As Duma, nella regione settentrionale del paese, consistono principalmente in denti e frammenti di mandibola, ma includono anche parti delle mani e dei piedi.

OMINIDI IN POSIZIONE ERETTA SU DUE PIEDI GIA’ 4,5 MLN DI ANNI FA
Tutti i reperti appartengono alla stessa specie, Ardipithecus ramidus, descritta per la prima volta circa dieci anni fa ed i dettagli del ritrovamento hanno trovato posto sulla prestigiosa rivista «Nature».
Secondo gli scienziati che hanno realizzatto questa scoperta, le caratteristiche di una falange del piede scoperta presso il sito dimostrano che l’ominide cui apparteneva camminava probabilmente eretto, come un essere umano. «Si tratta di una scoperta molto importante, in quanto conferma che alcuni ominidi camminavano eretti su due piedi già 4,5 milioni di anni or sono» aveva commentato Sileshi Semaw del Craft Stone Age Institute dell’Università dell’Indiana di Bloomington e principale autore dello studio, al momento del ritrovamento.
L’Australopithecus ramidus è anche caratterizzato dai suoi canini superiori appuntiti, molto più simili a quelli umani rispetto ai denti a forma di «V» degli scimpanzè. Ma nel complesso, la creatura assomigliava probabilmente più a una piccola scimmia che a un uomo. L’età dei reperti è stata stimata datando il materiale vulcanico trovato in prossimità.
"LE SCIENZE", RITROVAMENTO LUCY PIETRA MILIARE PER CAPIRE NOSTRO PASSATO
Ma sebbene le scoperte di fossili degli antenati degli antenati dell’uomo si susseguano ormai ad un ritmo ravvicinato, Lucy, l’Australopithecus afarensis che si è conquistato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, rimane la scoperta archeologica più celebre mai effettuata in Etiopia.
«Il rinvenimento nel 1974 di uno scheletro di ominide quasi completo, che si stima risalire ad almeno 3,2 milioni di anni fa, costituisce infatti una pietra miliare nella ricerca delle origini dell’umanità» commenta "Le Scienze".
Vent’anni dopo Lucy, infine, nella stessa regione, furono trovati i resti di una scimmia di dimensioni simili a uno scimpanzè, vecchi 4,4 milioni di anni. E ancora oggi la scienza continua la sua ricerca di tasselli e anelli cruciali che consentano di ricostruire i primi passi dell’uomo sulla terra

 
     
 

Data: 17/4/2006

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

Link: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it

 

 

 

 
 

 
 

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