Gli archeologi dell’Università
di Cambridge si sono uniti ai colleghi cechi per studiare le più antiche
case conosciute al mondo, alcune delle quali costruite con ossa di
mammuth. Le case si trovano presso una vigna nel sud della Moravia,
assieme alle prime evidenze di attività artigianali come modellare la
creta o intrecciare tessuti.
Tra 25,000 e 30,000 anni or sono, la Moravia era
un luogo più ostile di adesso, ed il suo clima raggiungeva temperature
molto basse. Le evidenze archeologiche suggeriscono che i suoi abitanti
si rifugiassero e si riunissero attorno ai focolai per condividere il
loro cibo, creare piccoli modelli di sé e delle loro prede animali, e
probabilmente raccontare delle storie. I loro discendenti seguivano i
mammut ed i cervi a nord verso mondi ancora più ostili, fino alla
Siberia e probabilmente attraverso lo stretto di Bering per divenire i
primi americani, ritengono i ricercatori.
Il progetto è stato condotto da Martin Jones,
Professore di Scienze Archeologiche a Cambridge, e dal Professor Jiri
Svoboda, Direttore del Centro di Ricerche sul Paleolitico e di
Paleontologia di Dolni-Vestonice.
Usando la gamma completa
della moderna scienza, lo studio dei resti biologici e le tracce
molecolari, ed usando gli ultimi metodi in fatto di analisi sedimentarie
e datazione dei campioni, il team conta di costruire un ritratto
dettagliato della vita attorno a quei primi focolai, gettando così luce
su un aspetto chiave dell’ecologia della nostra specie.
Seppure gli umani ebbero
origine in Africa, in qualche modo diffusero a nord il più
“non-africano” degli ecosistemi sulla terra: questi primi focolai sotto
i suoli dei vigneti nel sud della Moravia sono una chiave per
comprendere da dove provennero.
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