MILANO - Mentre la sonda Spirit2 ha
iniziato ad inviare sulla Terra le immagini della superficie rossa e desolata di
Marte e si prospetta l'ipotesi di una missione con astronauti e ricercatori e di
basi sulla Luna (entro il 2015) e su Marte (dal 2025), in Italia si stanno
progettando alcune delle strutture di queste basi.
E' quanto sta
facendo il Politecnico di Milano, dove, come informa una nota, SpaceLab --
laboratorio di ricerca per la progettazione spaziale dell'ateneo -- sta
studiando strutture, interni ed attrezzature adatti a condizioni di gravità
variabili e ad ambienti confinati ed estremi come quello del pianeta rosso,
affrontando non solo le difficoltà tecniche di realizzazione, ma anche gli
impatti psicologici e fisici che l'ambiente può generare sull'equipaggio.
Tra le ricerche
del laboratorio del Politecnico, c'è lo studio di fattibilità realizzato per
l'Enea della Base Concordia in costruzione in Antartide, a Dome C, che esamina
progettazione interna degli spazi, design degli arredi ed equipaggiamenti.
Uno studio su un
progetto che è quanto di più vicino si possa simulare sulla Terra di una
eventuale base su altri satelliti o pianeti.
ALLO STUDIO
ANCHE L'ABBIGLIAMENTO DEGLI ASTRONAUTI
"All'interno del
nostro laboratorio abbiamo sviluppato con successo un sistema di abbigliamento
per astronauti commissionato dall'Agenzia Spaziale Italiana, chiamato 'Vest' e
indossato dall'astronauta Roberto Vittori durante la missione 'Marco Polo'", ha
affermato il professor Francesco Trabucco del Politecnico di Milano. Precisando
che si stanno studiando nuovi ambienti ed equipaggiamenti per la Stazione
Spaziale Internazionale.
Trabucco
definisce "approccio interdisciplinare" il lavoro mirato alla definizione dei
bisogni primari dell'uomo in ambienti di vita estremi e alla progettazione di
eventuali soluzioni per l'incremento del comfort abitativo. Un'attività svolta
in collaborazione con l'Esa (Agenzia spaziale europea) "per la definizione dei
requisiti necessari a svolgere l'attività di ricerca nel Laboratorio Columbus
della Iss che verrà lanciato nel 2006".
Sul pianeta
rosso, inoltre, SpaceLab ha partecipato al progetto "Ladyfly", nell'ambito del
progetto Aurora promosso dall'Esa, un robot disegnato per svolgere attività
scientifiche sul suolo marziano e studiare le caratteristiche fisiche e chimiche
del suolo grazie alla capacità di superare le asperità del suolo.
RICERCA SU COME
PRODURRE ENERGIA SUL PIANETA
L'Agenzia
Spaziale Europea ha anche assegnato al dipartimento di Ingegneria Nucleare del
Politecnico di Milano lo studio di fattibilità del reattore nucleare che dovrà
scaldare le abitazioni degli astronauti e fornire l'energia necessaria alla
navetta che dovrà portare sul pianeta il sistema.
Il sistema, di
cui si è studiata la fattibilità, dovrà essere di ridotte dimensioni (per poter
essere facilmente trasportato), particolarmente sicuro e dovrà consentire
produzione di energia di circa 100 Kw per 4000 giorni.
"Alla base degli
studi commissionatici dall'Esa, l'enorme importanza di poter contare, in una
situazione estrema come quella della vita su Marte, su una fonte di energia
certa e continua", dice il professor Carlo Lombardi del Politecnico di Milano,
secondo cui il reattore potrebbe essere realizzato entro il 2015.