Discussione
Margherita Campaniolo: Acqua, la questione
acqua e Marte, un argomento di primaria importanza
per poter poi giustificare qualsiasi speculazione
sulla possibile esistenza di vita sul pianeta rosso.
Tutti abbiamo letto con grande attenzione le notizie
giunteci dal Mars Espress relative all'esplorazione
della calotta polare meridionale e del ritrovamento,
in quelle zone, di ghiaccio e con la stessa
attenzione, e grande aspettativa, attendiamo
ciò che il radar MARSIS saprà dirci sulla presenza
di acqua allo stato liquido nelle profondità di
Marte.
E' comunque una partita che si "gioca" solamente nel
cuore nascosto del pianeta?
E le sonde americane, non hanno davvero nulla da
dirci in tal senso? Gli "occhi" di Opportunity e di
Spirit si sono posati su una landa composta
esclusivamente di polvere e sassi?
Eppure durante uno dei Sol marziani, alla vista di
una particolare "velatura" del suolo,
eufemisticamente, i tecnici parlarono di brina, era
solo una similitudine riferita all'effetto visivo di
quel particolare tipo di terreno?
Alessio Feltri:
Quella che la NASA ha definito
eufemisticamente “un po’ di brina”, in realtà è
molto di più.
La prima risposta è in questa foto
(Sol40):
Come si può vedere, tra le rocce al
centro ed il tappeto di sferule si vedono in
trasparenza le rocce sotto uno strato sabbioso
semitrasparente, che sembra arrestarsi in
coincidenza con l’aumento dello spessore del manto
di polvere grigiastra. Un successivo esame ha
mostrato come questo fenomeno sia presente
praticamente in tutte le zone circostanti.
Incuriosito, ho rivisto le immagini riprese durante
il tragitto tra il cratere Eagle ed il cratere Fram
ed ho notato come in bella vista ci fossero diversi
affioramenti d’acqua come questo:
o come quest’altro:
Mi ero chiesto come mai la NASA
fotografasse centinaia di volte delle dune
apparentemente normalissime e poi ho capito (e
verificato) il perché: non sono solo dune.
Le sommità chiare delle linee sul
terreno sono dovute a brina, in quanto i
rigonfiamenti sono provocati da vene d'acqua
affiorante, che probabilmente si scongelano
ciclicamente nelle ore centrali del giorno marziano,
in quanto non bisogna dimenticare che la temperatura
al suolo (per la probabile presenza di fonti
termiche sotterranee e per il forte assorbimento di
calore dovuto alla tinta grigiastra del terreno di
Meridiani) potrebbe essere di almeno 30-40° C più
calda che a 2 cm. di altezza dal suolo stesso.
In pratica sono canali d'irrigazione naturale che
ricoprono l’intero Meriadiani Planum, come questi:
Da un esame delle foto al Microscopic Imager di una
di queste dune ghiacciate, sono apparse sferule non
mineralizzate (0.8 mm. contro 3 mm. delle solite
sferule, di aspetto traslucido e semitrasparente),
che stanno proprio nei pressi della brina alla
sommità delle "dune".
Senza pretendere di voler instaurare
un rapporto di identità, mi limito a farne rilevare
la curiosa somiglianza con una specie algale
terrestre, il Botrydium Granulatum.
E ancora di più con le comunissime
uova di lumaca terrestri:
Comunque, in forza di quanto
riscontrabile facilmente dalle immagini riprese da
Opportunity tra Sol40 e Sol54, si vede chiaramente
come l’intera spianata di Meridiani sia ricoperta da
miliardi di sferule disposte in catene ordinate e
raggruppate in assembramenti intervallati da
affioramenti d’acqua.
Viene quindi a cadere, almeno in via
teorica, la principale perplessità riguardo alla
possibilità di forme di vita marziane, e comunque il
fenomeno sarà sicuramente evidenziato dall’esame di
Endurance, in quanto lo strato di permafrost avrà
sicuramente creato dei fronti franosi lungo il bordo
del cratere, con probabili affioramenti d’acqua.
Alessio Feltri
Appendice
Le osservazioni precedenti sono
state redatte durante il tragitto di Opportunity
verso Endurance.
Le foto recentemente inviate dal
rover confermano le previsioni, sia per gli
affioramenti d’acqua:
che per i fronti franosi di Endurance: