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Star Trash

 di Alessio Feltri

 

Negli ultimi mesi le mie ricerche mi hanno inevitabilmente portato ad immergermi in catastrofiche quantità di spazzatura spaziale, dalle operazioni di disinformazione ai rottami orbitanti intorno al nostro pianeta, dalle foto truccate dei rovers al poltiglione organico interstellare. In questa occasione cercheremo invece di rovistare tra la spazzatura marziana, tentando di individuare, tra gusci rotti e altri rifiuti, delle forme ripetute che possano rappresentare obbiettivi perseguibili nell’ambito di ulteriori ricerche.

Come ho più volte spiegato, le sigle con le quali ho identificato le varie forme sono puramente indicative e non rappresentano quindi una classificazione sistematica, limitandosi alla sola descrizione dell’apparente significato in ambito preliminare. Questo elenco può anche essere utile come glossario per una più facile lettura dei miei articoli precedenti, tenendo sempre presente che le ipotesi si affinano nel tempo e che quindi molte forme di attribuzione incerta potranno essere meglio chiarite in futuro.

Ho suddiviso la spazzatura marziana in 4 categorie principali e cioè:

 

1)     Anomalie circolari

2)     Strutture sinaptiche

3)     Organismi complessi

4)     Appendici pseudoscheletriche

 

Come noterete in molti casi alcune forme sono attribuibili a più categorie ed il motivo è che la nostra spazzatura è solo parzialmente esposta alla vista, per cui le connessioni tra i vari elementi sono molto difficili da interpretare in modo univoco.

 

ANOMALIE CIRCOLARI

 

In questa categoria ho inserito quelle forme che più frequentemente si riscontrano nell’ambito delle formazioni ad anello che ho descritto in Drop Circles, cioè raggruppamenti di “similpietre” orientate verso il centro di depressioni pseudocircolari.

 

 

 

I GCC sono strutture complesse, di forma geometrica regolare (vagamente simile a quella dei televisori Brionvega degli anni ’60) e colorazione superficiale più chiara del contesto circostante, caratterizzate da ampie cavità e dalla presenza sulla loro parte superiore dei “cestelli” gravitazionali che avevo segnalato in Risposte senza domanda.

 

 

I GSS sono piccole strutture paratrapezoidali sormontati da una sferula con lucentezza metallica, che spesso sono riscontrabili nell’ambito di depressioni circolari.

 

 

I GTT rappresentano l’enigma più curioso. Sono evidentemente vitali, come riscontrabile facilmente da foto delle stesse formazioni in tempi diversi, ed hanno strane forme tra la pentola e la teiera. Una possibile ipotesi è che siano in realtà dei GCC o altre tipologie di conchiglia, ma rivestiti da una specie di cuticola organica traslucida.

 

 

 

I GCU sono forme coniche regolari, che talora appaiono connesse a fenomeni energetici di rotazione, ma non molto frequenti, tanto da risultare di difficile interpretazione.

Potrebbero anche essere in molti casi semplici frammenti di strutture più complesse, mentre in alcune altre circostanze potrebbero essere spiegabili con i meccanismi di formazione dei GDU che ho descritto in Risposte senza domanda.

 

 

 

I GMT sono accumuli di materia di apparenza pseudoorganica, sempre legati alla presenza di GDU e di dimensioni molto variabili. Quello a destra è lunare di alcuni micron, quello centrale è marziano di alcuni centimetri, quello a sinistra è mercuriano di diversi chilometri.

 

 

I GDU sono sicuramente le forme più ricorrenti in ambito marziano. L’aspetto circolare è solo apparente: in realtà si tratta di pentagoni regolari con i lati arrotondati, caratterizzati da una tessitura concentrica di linee, fori e sferule, da cui si originano i “cestelli” e le anomalie gravitazionali vere e proprie. Spesso sono scavati nelle conchiglie marziane, mentre in altri casi (vedi foto a sinistra) sono sollevati dal terreno su supporti particolari. 

 

Insieme ai GDU, i GDI (o “Iniettori”) sono le strutture più censurate dalla NASA, per cui rivestono sicuramente una grande importanza. In effetti sono strutture sinaptiche che originano dal terreno con strutture tubolari di colore chiaro e terminano con beccucci appuntiti costituiti da microsfere. In corrispondenza dei beccucci appaiono spesso cupolette trasparenti e archi voltaici. Nella foto in alto a destra ne vedete una variante particolare, con due strutture pseudotriangolari che provocano al centro una strana anomalia energetica. Da queste foto si evince che la funzione GDI può essere delegata a forme molto diverse tra loro in base a differenziazioni ecotipiche.

 

In generale tutte le anomalie che ho descritto finora sembrano essere coinvolte in processi simbiotici o comunque di collaborazione, tanto da poter quasi essere assimilabili agli strumenti di un’orchestra sinfonica.

 

STRUTTURE SINAPTICHE

 

Il termine, la cui etimologia greca significa “collegate insieme”, rimanda al meccanismo di formazione che ho evidenziato all’inizio di Intelligence or “Intelligence”. Queste strutture rappresentano il 99% di quello che possiamo trovare nella discarica a cielo aperto dell’ambiente marziano e quando interconnesse portano alla costituzione di organismi molto complessi.

 

 

Le BVB sono delle intelaiature strutturali vere e proprie, presumibilmente originate per via biogenica da vari microorganismi concorrenti e per lo più a simmetria pseudocircolare, ma anche poligonale. Come si può notare nella foto a destra, oltre alle “similpietre” marziane queste strutture creano anche gli assi di canali tubolari di diversi metri di diametro, che incrociandosi producono una replica macroscopica della rete sinaptica dei microorganismi stessi. Questa modalità di aggregazione è probabilmente all’origine dei misteriosi canali riscontrati in Ares Vallis e Acidalia.

 

 

Le BCS sono delle vere e proprie lastre di tamponamento che fasciano ordinariamente le BVB, con modalità di formazione a metà tra quelle delle conchiglie dei molluschi terrestri e quelle degli stromatoliti del nostro Precambriano. BVB e BCS costituiscono in pratica delle strutture a “sandwich” che forniscono supporto e protezione in superficie alle forme di vita ipogee, insomma delle vere e proprie conchiglie pietrificate. In Meridiani queste strutture sono invece tabulari e creano il substrato delle famose sferule.

Le BCS si costituiscono di norma intorno alla rete sinaptica microscopica, in cui la maglia finemente interconnessa fornisce elevata resistenza meccanica alle sottili lastre (1-2 mm. in Gusev e Meridiani). L’aspetto è decisamente lapideo, tanto che se le forme non fossero cave e sempre uguali in funzione degli ecosistemi, potrebbero facilmente essere scambiate per pietre vere e proprie.

 

 

Con RCB ho classificato dei veri e propri “mattoni” di origine biogenica, quasi sempre BCS rettangolari con nervature parallele BVB a sezione poligonale. Curiosamente, come si può notare nella foto a sinistra, mostrano una distribuzione razionale della rete sinaptica, con una vaga somiglianza con i circuiti integrati. Nelle altre foto si vedono alcune delle “villette” (30-40 cm.) in Gusev, dove alcuni RCB sovrapposti creano strani ripari a parallelepipedo, spesso accompagnati da piccoli GDU.

 

 

 

Il termine usato per i VVS è puramente indicativo, in quanto non esiste alcun riscontro per cui si possa applicare una funzione visiva a queste strutture, se non una vaga somiglianza con delle mascherine binoculari. Forse sono appendici scheletriche deputate a funzioni sensoriali o forse no; quello che è certo è che coesistono abitualmente con materia organica all’interno delle “similpietre”. La foto a sinistra mostra due frammenti di una TDS (descritta più avanti) frantumata dal rover, quella centrale una similpietra cava  ribaltata e quella a destra una delle sopracitate mascherine.

 

ORGANISMI COMPLESSI

 

In questa categoria ho inserito alcune delle conchiglie marziane, costituite dagli elementi che ho descritto, e cioè BVB,BCS e VVS. In futuro questo elenco diventerà lunghissimo; per ora le conchiglie che vedremo hanno la sola funzione di mostrare come non siano semplici pietre.

 

 

 

Le TBS sono conchiglie curiose, che ho definito bilobiti per via della loro apparente simmetria bilaterale. Il termine Technicians è riferito al fatto che le entità organiche che le abitano mostrano in genere una possibile capacità di organizzazione.

I bordi della conchiglia sono sempre rilevati mostrando le terminazioni della rete sinaptica, mentre la forma si situa a metà strada tra una pagnotta e una feluca. Quando ai confini di una depressione circolare, le conchiglie sono semiribaltate e orientate verso il centro, come si è visto per le GCC.

 

 

Ovviamente non penso che i TDC siano delle automobili vere e proprie, semplicemente ho usato il termine di “Topo delle dune” per via della strana forma che possiedono. Il corpo tondeggiante e più o meno allungato termina di norma in un’appendice piatta triangolare con piccoli forellini. La parte posteriore presenta spesso un bocchettone circolare rilevato intorno a cui ruotano le solite spirali energetiche (vedi foto a destra). I TDC appaiono sempre sollevati di un paio di centimetri da terra, ma non sono al momento in grado di fornirne una spiegazione.

 

 

Le TDS sono le conchiglie più significative dell’habitat marziano. I loro gusci, di forma semiovoidale allungata, vagamente cerebroide, presentano un’apparente simmetria bilaterale imperfetta con un cordone centrale rilevato longitudinale e superficie rugosa, molto differente dalla solita apparenza lapidea. Sotto la conchiglia si può notare un’impronta a terra ovoidale ed un foro all’estremità di una piccola rampa con una pendenza di circa 45°.

Nella foto a sinistra il guscio ribaltato mostra come all’interno della conchiglia ci sia una specie di setto canalicolato centrale che divide le appendici pseudovertebrali dei “Tecnici”, una sofisticata variante vitale della rete sinaptica. Ai lati del setto centrale appaiono due canali tubolari cavi che scompaiono nel terreno e che dalle foto sequenziali appaiono in continua pulsazione longitudinale.

 

 

 

I TVS sono l’armatura pseudoscheletrica BVB delle TDS. Nella foto a sinistra si può notare come il setto canalicolato sia composto di due elementi connessi attraverso una specie di giunzione ossea o cartilaginea, mentre al centro si vede come il setto si divida nella parte posteriore in 5 canali tubolari rettilinei, identici a quelli che avevamo riscontrato nei GDI, tanto da far pensare che i GDI stessi siano uno dei componenti la struttura TVS. La foto a destra mostra come la struttura ovoidale delle TDS sia originata da una fitta costolatura parallela BVB, molto simile ad una gabbia toracica.

 

APPENDICI PSEUDOSCHELETRICHE

 

In questa categoria ho confinato (temporaneamente) le occorrenze di varianti mobili delle reti sinaptiche che fuoriescano o meno dalla parte inferiore delle similpietre, tutto ciò indipendentemente dalla loro definitiva attribuzione sistematica. La loro presenza segnala spesso l’esistenza di quelli che ho definito “Ingegneri”, “Architetti” ecc., cioè raggruppamenti ipercomplessi di forme di vita elementari.

 

 

 

Il termine tentacolo per i VMT potrebbe risultare fuorviante, se rapportato a categorie terrestri. In realtà indica nelle mie intenzioni delle protrusioni specializzate della rete sinaptica e non delle appendici prensili. Nella foto a sinistra e in quella centrale ne vedete la tipologia classica, tubi rettilinei biancastri con ingrossamento terminale spugnoso e origine da una similpietra pseudotrapezoidale regolare, mentre nella foto a destra ne vedete una tipologia verticale a bande orizzontali, forse costituita da concrezioni successive della rete sinaptica.

In questa categoria ho per il momento allocato anche gli OTT (Operational Toroidal Tentacles), che sono molto probabilmente delle semplici variazioni sul tema delle reti sinaptiche.

 

 

Come nel caso delle VVS, non ho nessun riscontro sul fatto che le appendici scheletriche VRM siano connesse a funzioni sensoriali, salvo che non sembrano mostrarsi idonee per alcun altro tipo di funzione. La geometria è normalmente regolare, costituita da piccoli anelli circolari connessi a delle piattine con i bordi ispessiti a creare dei sottili canaletti, quasi delle piccole chiavi inglesi. Gli elementi completi sono rari, mentre i frammenti sono abbastanza comuni.

 

 

Le VTH sono morfologicamente molto simili alle ordinarie formazioni sinaptiche, ma sono caratterizzate dall’essere suddivise in segmenti e dall’essere palesemente mobili. Nei casi in cui fuoriescono dal terreno senza la presenza di conchiglie (vedi foto a destra) hanno una stravagante somiglianza con una specie di colonna vertebrale spalmata sul terreno. Il fatto che spesso si siano sollevate dopo il passaggio dei rovers mi ha fatto supporre che abbiano una qualche funzione di tipo periscopico.

 

CONCLUSIONI

 

Non deve trarre in inganno il fatto che per ogni sigla siano stati presentati solo pochi esempi. In realtà dispongo di decine di immagini di forme uguali, ma lo spazio è tiranno, per cui ho deciso di utilizzarne solo qualcuna. D’altro canto non pretendo certo di aver chiuso il discorso marziano sulla base di questa ricerca, che è solo una piattaforma preliminare di studio. In compenso mi pare che quello che ho presentato sia più che sufficiente a mettere in dubbio la credibilità delle versioni ufficiali, la quale poggia solo su ingenui trucchi fotografici fin dagli anni ’60.

Ultimamente la NASA ha scattato diverse foto in sequenza dell’habitat marziano, con l’evidente scopo di rilevare oggetti in movimento, e fortunatamente non ha ritenuto necessario taroccarle, per cui vi posso mostrare le prime animazioni stabili 3D sulla mobilità dei “vermetti” marziani.

 

 

 

 

 

Non sarà una gran cosa, ma è comunque un esempio abbastanza divertente di come in certi ambienti la mano destra non sappia che cosa stia facendo la sinistra.

 

ALESSIO FELTRI

 

 

Margherita Campaniolo

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