L’enigma Ebola: saranno i satelliti a fornire indizi |
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Mentre un nuovo focolaio di febbre emorragica Ebola colpisce il Congo
nord-occidentale, l’ESA è impegnata nella raccolta dei dati satellitari
per contribuire alla risoluzione dell’enigma scientifico posto da questa
malattia mortale. La malattia causa un’emorragia interna
continua sia negli esseri umani sia nei primati. È certo che il virus
Ebola è di casa nel cuore della giungla ma rimane sconosciuto
l’organismo ospite naturale, altrimenti detto ‘serbatoio’. ‘Gli esseri umani si infettano solamente se una persona entra in contatto con un animale già infettato”, ha dichiarato Ghislain Moussavou, del Centro Internazionale di Ricerche mediche in Gabon (CIRMF). “In Gabon e Congo non si sono
registrati focolai umani tra il 1998 e il 2000 ma non possiamo affermare
che non ve ne siano stati tra alcune specie della fauna. La maggior
parte delle vittime si riscontra nella popolazione animale, in
particolare tra gorilla e scimpanzé.” Il fatto stesso che gli animali infetti si ammalino e muoiano indica che non rappresentano l’inafferrabile serbatoio del virus Ebola. Il Centro CIRMF, equipaggiato con un raro laboratorio di biosicurezza di livello 4, progettato per lo studio dei patogeni pericolosi, è alla caccia di qualsiasi organismo che costituisca il vero ospite a lungo termine del virus, analizzando il sangue degli animali catturati nella giungla. Purtroppo, però, l’assoluta diversità
biologica e l’inaccessibilità geografica della foresta pluviale
centro-africana rende questa attività difficoltosa. Tuttavia, dal prossimo anno, l’ESA fornirà al centro CIRMF i dati dell’Osservazione della Terra (EO) sulla regione, nell’ambito di un nuovo progetto chiamato Epidemio. Moussavou spera che questi dati, una
volta importati nel software di un sistema informativo geografico (GIS),
possano offrire ulteriori indizi: “La caratterizzazione dei parametri
ecologici dell’intera area di studio non può essere fatta semplicemente
con mezzi di terra. Ma il telerilevamento e il sistema GIS possono
intervenire mantenendo i costi contenuti, consentendo inoltre
l’aggiornamento regolare dei dati. “Supponendo che vi siano diverse zone
nel cuore della foresta infettate dal virus, con l’obiettivo di
diversificare le aree campionate per migliorare i risultati dello studio
sierologico è necessario procedere a un’identificazione e una
descrizione preliminari di questi siti. Il telerilevamento può
contribuire alla loro identificazione e a concentrare gli sforzi su
quelle aree.” Con la mappatura delle zone in cui sono stati trovati animali infetti utilizzando un sistema GIS, le aree con caratteristiche ambientali simili possono essere evidenziate come siti sospetti con priorità di studio. Per il futuro, il centro CIRMF ha programmato l’inizio di uno studio della prevalenza di anticorpi dell’Ebola nella popolazione umana, contribuendo in questo modo all’identificazione delle potenziali zone a rischio d’infezione. “Con un sistema GIS possiamo gestire,
organizzare e visualizzare i dati da una varietà di fonti differenti” ha
aggiunto Moussavou. “Partendo da questo presupposto, il nostro approccio
comprende lo studio spaziale e temporale delle dinamiche dello stato
della vegetazione, le fluttuazioni nei livelli delle acque e i
cambiamenti climatici: tutti dati che possiamo ottenere dai satelliti.”
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Data: 23-12-2003 Autore: Fonte: ESA Italia |
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